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In questo numero
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- Editoriale
- Farmacista e gestione dei pazienti critici
- Farmacisti di comunità e osteoporosi
- Recupero dei farmaci in ambito ospedaliero
- Dabigatran e aderenza terapeutica
- Curcumina nel danno muscolare indotto dall'esercizio
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Editoriale
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Riprendiamo le pubblicazioni della nostra Newsletter con questo numero che si apre, per la prima volta, con un interessante intervento di un collega straniero, un farmacista clinico del Costa Rica.
È notizia recente che l’International pharmaceutical federation ha ripreso, in un volume sull’automedicazione, i risultati di uno studio di real life condotto dalla Sifac durante la prima ondata della pandemia Covid.
Durante quel periodo, secondo i dati raccolti su un campione di 169 farmacisti, la farmacia si è dimostrata uno dei principali servizi essenziali sul territorio a supporto del paziente.
Lo studio, insieme a numerosi altri realizzati dalla Sifac, dimostra come sia possibile svolgere attività di ricerca nelle farmacie di comunità con risultati di elevato livello scientifico.
Un altro punto a favore di quanti si impegnano nel riaffermare il ruolo del farmacista quale professionista sanitario attivo nel sociale.
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Valerio Cimino
Direttore responsabile
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Farmacista e gestione dei pazienti critici |
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L'approccio ai pazienti critici, ricoverati nei reparti di terapia intensiva, rappresenta una sfida sia per la gravità delle patologie sia per la complessità del regime terapeutico loro somministrato.
recente studio ha valutato lo strumento Fasthug-Maidens come protocollo a disposizione dal farmacista clinico (FC) per per possibile valutare alcuni importanti aspetti terapeutici riguardanti l’analgesia, la sedazione, la tromboprofilassi e l’antibioticoterapia.
Dalla ricerca emerge come la revisione quotidiana attraverso la checklist Fasthug-Maidens faciliti l'identificazione dei problemi correlati alla terapia e favorisca la messa in atto di interventi atti ad ottimizzarla.
Esteban Zavaleta-Monestel
Farmacista Clinico, Clinica Biblica, San Josè (Costa Rica)
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FARMACIA E COUNSELING |
Farmacisti di comunità e osteoporosi |
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Uno studio valuta gli interventi guidati dai farmacisti di comunità nel fornire assistenza ai pazienti con osteoporosi. Gli interventi principali dei farmacisti sono stati l’educazione dei pazienti alla patologia, lo screening e la gestione dei farmaci. I risultati, nei pazienti dopo l’assistenza dei farmacisti, mostrano una riduzione dei fattori di rischio, una maggiore conoscenza della patologia, un incremento dell’aderenza terapeutica e l’eventuale identificazione di problemi correlati ai farmaci.
Giuseppe Fimiani
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VARIE |
Recupero dei farmaci in ambito ospedaliero |
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Nel 2017, a Torino, è stato creato un programma per il recupero e il riutilizzo dei medicinali di Classe A non scaduti in ambito ospedaliero e dei medicinali di classe H per valutare l'impatto del riutilizzo e i risparmi.
Sono state recuperate per il riutilizzo 10.450 scatole per un valore totale era di 1.300.000 euro. La classe H rappresentava il 73% (952 mila euro) del valore totale dei medicinali recuperati.
Il costo stimato per il programma di riutilizzo era di soli 75.806 euro.
Il programma di riutilizzo ha ridotto la spesa per i farmaci, in particolare per quanto riguarda i farmaci di classe H, e ha sottolineato le opportunità di riciclaggio e sostenibilità nella gestione dei farmaci.
Paolo Levantino
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FARMACIA E COUNSELING |
Dabigatran e aderenza terapeutica |
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Un recente studio valuta gli interventi, guidati dai farmacisti di comunità, per incrementare l’aderenza terapeutica nei pazienti in trattamento con dabigatran. L’intervento condotto per tre mesi nelle farmacie di comunità polacche ha coinvolto 325 pazienti divisi in un gruppo di intervento e un gruppo di controllo.
Il gruppo di intervento ha ricevuto dai farmacisti informazioni specifiche sul farmaco e anche dei promemoria tramite smartphone per una corretta assunzione. I risultati mostrano un’aderenza maggiore nei pazienti assisiti dai farmacisti e ciò potrebbe migliorare notevolmente l’esito della terapia.
Giuseppe Fimiani
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PATOLOGIE E CURE |
Curcumina nel danno muscolare indotto dall'esercizio |
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Una meta-analisi mostra che l'integrazione di curcumina riduce significativamente l'attività sierica della creatin-chinasi CK (da -99,53 a -32,44), l’indolenzimento muscolare (da -0,84 a -0,27) e la concentrazione di TNF-α. Contribuisce anche a migliorare la contrazione volontaria massima e il range of motion.
L'analisi dose-risposta ha indicato che esiste una significativa associazione non lineare tra la dose giornaliera e la dimensione dell'effetto finale per quanto riguarda il TNF-α. L'integrazione può migliorare quindi alcuni aspetti del danno muscolare indotto dall’esercizio come indolenzimento muscolare, infiammazione, forza muscolare e flessibilità articolare. Occorre approfondire gli effetti a lungo termine e la sicurezza dell'integrazione di curcumina.
Paolo Levantino
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Registrato presso il Tribunale di Cagliari al n. 7 del 26.06.2015
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Direttore responsabile:
Valerio Cimino
Hanno collaborato a questo numero:
Giuseppe Fimiani, Corrado Giua Marassi, Paolo Levantino ed Esteban Zavaleta-Monestel
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